Muovere i primi passi

Nel 2011 poter dire con sicurezza: "Ho un lavoro!" non è cosa da poco.
Certo la scalata al successo in termini di soldi, fama, tempo speso in altro, piaceri, vizi e sfizi è altra cosa.
Ma se si deve volare bassi, perché al volare troppo in alto con desideri e richieste io sono contraria e ci si fa parecchio male, non mi posso riempire di lamenti.


Non credo che non si debba sognare, sia chiaro.
Io sono ambiziosa e anche un po' competitiva che non ha mai fatto male a nessuno.
Ma non amo i voli pindarici senza un po' di fatica alle spalle.
Mi piace conquistarmele le cose perché, seppur non sempre, credo di meritarmele.
Non sono la più brava e nemmeno la più bella ma ho passione, costanza e pazienza per quella che è la costruzione di quello che vorrei diventasse il mio mestiere, della vita e per la vita.


Da bambina ero divisa tra il voler diventare maestra d'asilo nido per l'immenso amore da sempre avuto verso i bimbetti e trasformarmi in una ballerina vivente sulle punte per un altro immenso amore, neanche a dirlo, la danza.


A 16 anni ho capito che non avrei fatto nessuna delle due cose.
E ho optato per un campo vagamente più intellettuale.


Sinceramente non ricordo quale sia stata la spinta, la molla, lo schiaffo.
Anche perché nulla di quello che facevo a scuola poteva presagire una riuscita in determinati campi.
"E' intelligente, ma non si applica, non ha costanza, potrebbe dare di più, è assente".
A cantilena, neanche fossero poesie da imparare a memoria.


E tutti che ti inseguono per dirti di abbandonare certe strade, che tanto non ce la fai.
Se non te lo dicono, te lo fanno capire con gli occhi.
Gesti di malizia.


Due estati fa, faceva caldo, ero all'estero, masticavo km.
Arriva una telefonata, poi un sms.
Era una persona carina che avevo conosciuto facendo uno di quei lavori che si fanno per metter da parte due lire e sentirsi meramente utili, in movimento.
Eravamo rimaste in contatto ma non credevo che avremmo iniziato a vederci tutti i giorni, per ore, a colazione, pranzo, merenda.


Bene, mi fissa un appuntamento per settembre in quello che è lo studio in cui lavora.
Non so esattamente perché io e non altre.
Credo sempre che le persone ad un certo punto si dimentichino di me.
Non sono una di quelle che fa la qualunque cosa per essere ricordata.
Sono stata smentita.


Quel settembre arriva, 8 settembre 2009.
Arrivo anch'io.


Dal 14 settembre divento una presenza fissa, certa.
O meglio una stagista schiva.


...continua

1 commento:

cooksappe ha detto...

:o non conoscevo questa canzone!