C.B. Made in Italy

Più spesso accade che si guardi dall'alto al basso.
Ma succede anche che le persone le si guardi al contrario, ossia dal basso verso l'alto.
E quindi cosa vedi per prima cosa?
Qual'è il dettaglio che subito salta all'occhio?

Direi i piedi.
Ma è ancora quasi certo che si vada in giro con le scarpe.
E allora dico: le scarpe.

Ultimamente mi capita di incontrarle parecchio e di discuterne.
Parlo delle C.B. Made in Italy (Clicca sul brand per entrare nel sito).
Una linea di mocassini, e non solo, curata nel dettaglio, in morbidissima pelle, camoscio o jersey.

Nascono dalla mente e dall'intraprendenza di Cecilia Bringheli, giovane ragazza milanese, bella quanto capace di mettere in moto una "controtendenza".
Quella di far scendere le donne dai trampoli per essere piacenti ed eleganti, anche, se non addirittura di più, su base piatta.

Personalmente indosso pochissimo i tacchi e solo di sera, quando capita.
Li compro, li guardo, mi piacciono e poi mi dico che non sono per una come me che ama la comodità e non riesce a stare per più di 5 minuti impettita.

Cecilia offre un'alternativa interessante che si sta espandendo a macchia d'olio, conquistando le più, o comunque le molte.

Un'antidoto contro pavé, san pietrini, lunghe camminate, viaggi sui mezzi, caldo e voglia di poter farsi una corsa all'improvviso.

Io ho il mio paio di C.B.
Se così non fosse non direi che la pelle è morbidissima.
Devo toccare con mano prima di credere alle pubblicità ad effetto.

Da qualche giorno mi sono innamorata però della versione floreale.
Una delle creazioni più recenti.
Così ho preso le mie C.B. in pelle marrone e guardandole maliziosa ho spiegato loro che ho un terribile debole per il mood "Flower Power"e che espandersi non significa tradire.

 
Se entreranno in casa, perchè l'idea è di questa intensità, le spaccerò per ospiti.
Col tempo le ostilità verranno meno. 


1 commento:

GIO - PRONTO AL PEGGIO ha detto...

le scarpe, sono l'indumento di cui farei volentieri a meno, se ci si pensa su noi , con le scarpe, il mondo non lo tocchiamo mai