Ricomincio da qui

Dal punto come l'avevo messo. Alla fine di una frase.
Dagli anni passati, trave storta di quell'allora che si specchia ma non si vede. Più.
Dalle cose che non ricordo e da quelle che non dimentico.
Dall'amore fottuto e immenso per il mettere insieme catastrofi di parole, a fiume.
Dall'improvviso silenzio. Che a momenti mi irretisce.
Dalla tua faccia che non vedo davanti e sempre cerco con la coda degli occhi e da quelle di facce che si girano per non dovere salutare.
Dai riferimenti più o meno imprecisi. Che a volte, te lo dico, sono messaggi subliminali coperti di polvere del mattino.
Dalle circostanze che cambiano non dandoti sempre una forma migliore.
Dal giorno che a volte vorrei fosse la notte.
Dalla notte che se poi non riesci a prendere sonno tanto vale che si trasformi in giorno, in altro, domani.
Dalle volte che ci ho pensato e ci penso, e ancora e dai.
Da una mano che si tende e l'altra che si arrende.
Da una domanda all'aria.
Da una risposta che non arriva, da una che t'illude, da una che t'opprime e l'altra che era una bugia.
Da una consolazione che è un premio per dire gentilmente che non ce l'hai fatta.
Da un miraggio che ti fa sgranare gli occhi per dire poi tanto lo sapevo.
Dalla gente passata. Che se n'è andata.
Da quella arrivata. Che invece rimane. Forse.
Dai punti fermi e le mani morte.
Ricomincio da me. Sempre meglio che ricominciare altrove.

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